VERNAZZA

La perla delle Cinque Terre, un’angolo di paradiso cantato da Dante e dal Petrarca, arrampicato lungo il torrente Vernazzola e nascosto a chi proviene dal mare da uno sperone roccioso alla sommità del quale si innalza come una sentinella a protezione dell’abitato il "Belforte", un imponente bastione con torre cilindrica.

I Romani intorno al 177 a.C. l’hanno chiamata "Hibernacula", ossia stazione marittima, infatti è l’unico porto naturale delle Cinque Terre.

Un paese di navigatori e viticultori, gente con la faccia bruciata dal sole che ama ritrovarsi sulla piazza della chiesa parrocchiale dedicata a Santa Margherita di Antiochia, un mirabile esempio di stile gotico-ligure, costruita nel 1318.

Nel medioevo fu possesso dei Signori Da Passano e sviluppò notevoli attività marinare. Nel 1182 partecipò al fianco dei Genovesi nelle lotte contro Pisa. Nel 1211 passò alla Repubblica di Genova insieme a Corniglia, ottenendo il privilegio di eleggere un proprio rappresentante nel Senato della Repubblica.

E’ per questo motivo che i miei antenati, per ragioni principalmente legate al commercio, si sono spostati a Genova e lungo tutta la Liguria.

   

La Casata Vernazza trae remote origini ed il nome della località omonima presso La Spezia.

Passato in Genova sin da epoca antica, nel 1528 venne aggregata agli Alberghi Salvago, Calvi e Spinola ed ascritta al Libro della Nobiltà di Genova.

Ettore, nato nella seconda metà del XV secolo, fu munifico benefattore non solo in Genova, ma anche a Napoli e a Roma, dove fondò ospizi per malati.

Sua figlia Battistina [1497 – 1587], Beata, Abbadessa del monastero delle Grazie, fu insigne scrittrice in prosa e in versi.

Un ramo di questa Casata, per ragioni legate al commercio, prese stabile dimora in Napoli e venne in possesso nel XVII e XVIII secolo di vari feudi in Terra d’Otranto sui quali ottenne i titoli di Marchese, Duca e Principe.

Arma: Di rosso a tre fasce di oro; al capo d’oro al crescente montante d’argento.